venerdì 26 agosto 2016

Quella sinistra che sta a casa e sputa su chi scava tra le macerie


Roma, 26 ago – C’è un signore, forse è un anziano, comunque ha i capelli bianchi, non sappiamo se di suo o a causa della polvere e dei calcinacci. Due giorni fa lo hanno estratto, fortunatamente vivo, dalle macerie di Amatrice. Ebbene, ora qualcuno deve andare a spiegare a quel signore che i tizi che lo hanno tirato fuori, lì non ci potevano stare. O forse ci potevano stare, ma comunque si stavano solo facendo pubblicità. E comunque sono delle bruttissime persone. Forse, in ossequio alla Costituzione antifascista, qualcuno proporrà di riportarlo sotto le macerie. Quell’uomo è stato infatti salvato dai volontari della Salamandra, l’associazione di Protezione civile nata su impulso dell’attività solidarista di CasaPound Italia.

Un fatto intollerabile, per molti, che evidentemente si sentono depositari del monopolio della solidarietà. Solo in un’epoca di smarrimento politico ed esistenziale poteva accadere a qualcuno di doversi giustificare per il fatto di salvare vite e donare se stesso al proprio popolo. È esattamente la fase che viviamo noi. Su internet, il tam tam è partito subito: illustri sconosciuti hanno cominciato ad avvertire la popolazione di non donare beni alla Salamandra. Perché, dicono, non hanno le carte in regola. In realtà sono fascisti. Sono solo d’intralcio agli aiuti veri. Usano la solidarietà per farsi pubblicità. Alla fine persino l’ineffabile sindaco di Parma Pizzarotti ha rilanciato il fondamentale appello.


Ovviamente, mentre certa gente redigeva le tabelle dei soccorritori buoni e di quelli cattivi, i volontari della Salamandra erano già sul posto, dalle 8 di mattina del giorno stesso del terremoto. Hanno passato una giornata intera a scavare. Hanno salvato delle vite. Hanno, purtroppo, anche recuperato dei morti. Poi hanno cominciato a

Insomma, alcuni gendarmi del pensiero sono più gendarmi dei gendarmi veri, che sull’azione della Salamandra non hanno mai trovato nulla da ridire. Tutto fatto in piena legittimità e con le dovute autorizzazioni. Beh, tranne l’autorizzazione di legittimità politica rilasciata dalla autorità morali antifasciste, si intende. Sempre sulla rete, c’è chi si lamenta per l’eccessiva pubblicità data agli interventi di questo gruppo. Ma chi vuole farsi pubblicità fa la duck face su Instagram, non parte all’alba, saltando il lavoro e lasciando a casa la famiglia, per raggiungere il luogo di un’ecatombe, rischiando la vita per le continue scosse di assestamento e mettendosi a scavare tra le macerie. E se anche lo facesse per pubblicità, beh, ben venga, se questi sono i risultati. Del resto, in un mondo spesso opaco com’è quello della solidarietà, dare visibilità alle proprie azioni è qualcosa che risponde anche a un’esigenza di trasparenza. Per non parlare del fatto che, a fronte di video e foto che immortalano la consegna degli aiuti e il salvataggio dei superstiti, c’è stato chi li ha accusati di essere dei finti volontari. Non avessero messo le foto e i video cosa avrebbero detto? Probabilmente che il terremoto l’avevano causato loro.


http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/salamandra-49465/

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